Un’altra occasione buttata: Dia resta un’ombra, simbolo dell’attacco biancoceleste che non punge
LAZIO – DIA. Un’altra occasione sprecata, un’altra serata da dimenticare. Boulaye Dia continua a non incidere, e il match di Pisa ne è stata l’ennesima, impietosa conferma. L’attaccante senegalese, scelto da Sarri per guidare iera sera l’attacco biancoceleste si è rivelato un corpo estraneo alla manovra, incapace di lasciare il minimo segno.
Zero tiri verso la porta, nessuna accelerazione, nessuna giocata degna di nota. Braccato con disciplina dai difensori di Gilardino, Dia non è mai riuscito a trovare lo spazio per colpire. Quando provava ad abbassarsi per dialogare con i compagni, finiva per smarrirsi tra le maglie avversarie, spegnendosi lentamente fino a diventare una presenza impalpabile.
Nel secondo tempo il tecnico biancoceleste ha deciso di toglierlo, dopo un primo tempo in cui la sua prestazione è stata il simbolo dell’impotenza offensiva della Lazio. Nessuna profondità, nessuna intuizione, soltanto movimenti prevedibili e un linguaggio del corpo che raccontava più di mille statistiche: Dia è in evidente difficoltà.
Il dato che fa riflettere è disarmante: tre partite da titolare — Atalanta, Juventus, Pisa — e ancora nessun tiro nello specchio. Attenuanti?…si ci sono. Dia da troppo tempo non gioca al meglio della forma, condizionato da un fastidio alla caviglia che si trascina da settimane, ma Sarri non ha alternative. L’infortunio di Castellanos poi obbliga l’allenatore biancoceleste a fare di necessità virtù, affidandosi comunque al senegalese.
La sensazione è però che Sarri stia perdendo la pazienza. Il tempo delle attenuanti sta finendo, e se Dia non troverà presto la scintilla, rischia di scivolare ai margini di una squadra che ha urgente bisogno di ritrovare concretezza là davanti, sperando poi in gennaio dove la società è chiamata e quasi obbligata, in sede di mercato ad aiutare il proprio tecnico.
 
 
 
 
 
			        

