Calcio: due pesi e due misure
Calcio – Non erano bastati i grossolani errori di Firenze a smuovere l’ego di chi dentro la Lazio ci lavora ed ha il dovere di valorizzarne la storia ultra centenaria. L’ennesima svista arbitrale subita dai biancocelesti ha di fatto superato il limite della pazienza, costringendo il direttore sportivo Angelo Fabiani ad intervenire per difendere l’orgoglio di un ambiente martoriato e stanco.
Nella serata di ieri, i due pesi e le due misure adottati dagli addetti alla sala VAR hanno lasciato più di qualche dubbio, condizionando il risultato finale che poteva evitare l’ennesima sconfitta al fotofinish dopo quella subita a Firenze.
Non bastasse il danno subìto, a gettare benzina nel fuoco divampato all’interno della società sono parole e comportamenti degli addetti ai lavori che nel post gara hanno omesso gli episodi incriminati esaltando una vittoria senza sostanza ottenuta dalla Juventus.
Calcio: lo sfogo di Fabiani sminuito dai media
Eppure questa volta l’intervento tempestivo della dirigenza ha di fatto sottolineato il tema, chiedendo lumi sul mancato cartellino rosso da sventolare ai danni di Douglas Luiz, libero di colpire con un pugno in piena area l’incolpevole Patric.
Lo sfogo di Fabiani però, è stato accolto con sufficienza ed ilarità all’interno degli studi Sky, dove i protagonisti Marocchi e Bonan hanno pensato bene di mettere l’imparzialità in tasca e farsi beffe delle ragioni di un esponente del club capitolino: “Però scusi un attimo. Scusi, altrimenti diventa una roba così che non porta a niente. Ma invece di venire qui voi dirigenti a dire “Il male del calcio” non è che potete iniziare voi a dire è un errore, punto e andiamo avanti. Questo è errore, era da espulsione. Altrimenti quando uno accumula due o tre episodi contro per gli arbitri diventa difficile e non ne veniamo fuori. Iniziamo ad accettare che ci sia un errore in campo e al Var“, per poi chiudere con: “Adesso diamo spazio a Thiago Motta che sicuramente sarà meno lungo nel suo intervento”
Parole che gettano nel cestino dell’indifferenza lo sfogo della Lazio e smentiscono gli stessi protagonisti che ogni giorno incentrano il proprio lavoro sui temi arbitrali e sugli errori sempre più evidenti di questi ultimi, non solo contro i biancocelesti, ma in molti più campi e con molta più frequenza.
È così che l’amarezza pervade l’ambiente capitolino e crea il punto interrogativo su chi debba difendere la Lazio, sempre più sola e lasciata in pasto ai sberleffi di opinionisti che danno sfogo alla faziosità e mettono da parte il professionismo.