Mario é un ragazzo che ama giocare a calcio
Mario è un ragazzo vivace che ama giocare a calcio ed è interista. A 17 anni, però, è solo riserva nell’Orvietana e di solito gli allenatori lo guardano perplessi : semplice, perché è alto solo 1 metro e 66 centimetri .
Un giorno sotto casa sua, arriva la Nazionale, ma quella militare . Per fare la partitella ne manca uno e lo chiamano: lui entra e rifila un sombrero a Gino Pivatelli, che reagisce, lo insegue. Pivatelli viene espulso e l’allenatore della Nazionale telefona a un dirigente della Sampdoria: “Qua c’è un ragazzino nato per il football, v’interessa?” Lo prendono.
Mario ha grande qualità e stravince il torneo di Viareggio con doppietta all’Inter in semifinale e Moratti offre 250 milioni. Il presidente della Sampdoria risponde: “Ti do tutta la squadra tranne lui”. E’ alto 1 metro e 66 , ma in mezzo gioca a testa alta, comanda in campo e nello spogliatoio, dà la carica. La sua Sampdoria torna in serie A. Di lui spiega Fulvio Bernardini : “E’ uno dei più grandi cervelli calcistici che abbia mai visto ed ha pure il giusto punto di presunzione che non guasta, ma lo completa”. Lo vuole la Juventus, lo vuole Nereo Rocco al Milan e lui realizza il suo sogno da bambino e va all’Inter .
Un ragazzo che ama giocare al calcio
Mario tira e segna un rigore pesante come un macigno a Glasgow, vince lo Scudetto, ma va per la trentina e lo danno per finito. All’orizzonte c’è la neopromossa Lazio, una squadra che giocava un grande calcio. Emozioni, ricordi, bellissime giornate. Con Maestrelli, Martini, Re Cecconi e Chinaglia trova un’intesa tecnica perfetta. Coi suoi lanci da quaranta metri è il cartografo della squadra.
Per la conduzione tattica di Maestrelli si rivela imprescindibile e si capiscono con uno sguardo. Per due anni non salta una partita, regala assist, sfiora uno Scudetto e poi lo vince.
Nel 1975 viene dato ancora per rottamabile. Maestrelli è infuriato, ma non può far nulla e sembra il capolinea. E’ il momento più brutto della sua carriera. Una cessione fu il ringraziamento per tre campionati ad altissimo livello. E lo amareggiava molto una cosa: la prima a conoscere la notizia del trasferimento fu la sorella, ascoltando la radio.
Arriva al Cesena e Mario lo porta in Coppa Uefa. Al primo colpo e non accadrà più.
Lo ridanno per finito nel ’77 e va in B alla Pistoiese . Prende il comando ad aprile ’78, ma la Pistoiese è ultima in classifica: a Cremona infila una palla all’incrocio e lancia la volata. Fanno 7 vittorie in 10 partite. Ed è salvezza.
Due anni dopo il calciatore di 1 metro e 66 li porta in serie A. Non accadrà più.
Lui era Mario Frustalupi e Lazio – Inter era ed è la sua partita. Un bacio al cielo!