Atalanta – Lazio, Sarri: “Piano piano si andrà dove dico io”

by Roberto Mari
0 comments

Atalanta Lazio, Sarri in conferenza stampa: “Domani umiltà, sacrificio e sofferenza”

Vigilia di Atalanta Lazio, mister Sarri interviene in conferenza stampa. Ecco le parole del tecnico biancoceleste:

Domani partita importante, ma sappiamo che campionato sarà il nostro. Di difficoltà, di sofferenza. Servirà umiltà anche nel modo di pensare, dovrebbe esserlo tutto l’ambiente. Ma a me interessa quella della squadra”.

Quanto è diversa questa Atalanta e quanto questa Lazio dalla vecchia Lazio di Sarri?

“Quella attuale è una Lazio dipendente dai giocatori a disposizione. Siamo andati a Genova senza sette giocatori e col Torino senza otto. È una situazione difficile. L’Atalanta di Juric è simile a quella di Gasperini con differenze minime che dipendono dalla mentalità degli allenatori”.

Come stanno i giocatori?

“Abbiamo diverse situazioni al limite, ragazzi che con noi hanno fatto pochi allenamenti. Situazioni di cui non sappiamo neanche il minutaggio possibile. Quello di oggi è un allenamento poco invasivo dal punto di vista fisico, qualcuno andrà per forza messo dentro e altri saranno a disposizione. Ma i giocatori acciaccati a disposizione mi fanno paura, si rischia di sprecare uno slot per un giocatore che chiede subito il cambio”.

Sugli infortunati?

“Tutti i tipi di analisi, ma molti sono pregressi. Dia ha un problema alla caviglia che ogni tanto gli fa tornare dolore, Pellegrini ha un infortunio traumatico. Quelli muscolari sono infortuni muscolari diversi, quello di Marusic è un riacutizzarsi di una vecchia cicatrice. È difficile anche darsi una spiegazione. Zaccagni viene da un’estate difficile, con un’intervento. La situazione è complicata, ma ci sono poche connessione”.

Ha parlato con la società di gennaio?

“No, al momento non ho indicazioni. Ho parlato col direttore che mi dice che probabilmente a gennaio potremo fare mercato. Ci organizzeremo in questo senso,ma non c’è ufficialità della situazione”.

Cosa chiederà alla squadra?

“Alla squadra posso chiedere alcune delle qualità viste qualche anno fa a Bergamo, ma non posso chiedere chissà che qualità. Quella squadra aveva qualcosa in più a livello tecnico, basta pensare a che giocatori c’erano. Abbiamo perso quattro o cinque giocatori di altissimo livello. Ma è chiaro che parlo di umiltà perché la situazione, difficile all’inizio, sta diventando ancora più difficile con l’andate del tempo. Quando arrivano gare come domani serve accettare lo spirito di sacrificio, la sofferenza e la fatica. Ma quando si parla di umiltà bisogna ricordarsi di non confonderla con l’accettazione della sconfitta. Affrontiamo una squadra forte, ma va fatto con le armi che ho detto. Poi meno punti di riferimento diamo meglio è”.

“Cataldi è un giocatore affidabile, che nel 90% delle gare in cui va dentro dà quello che ti aspetti. Anche nell’anno del secondo posto giocò tantissime partite, non è una sorpresa”.

“Io sono contento. Una squadra a cui è successo quello che ci è successo negli ultimi quattro mesi, che gioca un derby di ottimo livello e vince netto a Genova, mettendo a posto anche la gara col Torino, serve soddisfazione. La squadra in allenamento è in crescita, quello che potrà dare lo darà”.

Si può puntare su Cancellieri anche facendolo stare più avanti?

“Penso che abbia iniziato a giocare sfruttando le sue qualità. Penso faccia parte dell’evoluzione come giocatore e come persona. È un ragazzo che deve movere velocemente la palla attaccando gli spazi. Così diventa velenoso, se fa azioni individuali si perde. Abbiamo anche la fortuna/sfortuna di avere un Isaksen in crescita. Per noi in partenza etra un giocatore importantissimo,ma tutti e due si trovano bene a destra e meno a sinistra. Dobbiamo scegliere e poi sperare che uno dei due si sblocchi anche sull’altra fascia”.

“Dele è ancora sotto la supervisione del settore medico. So che ha un controllo nella prossima settimana, ma da lì a venire anche solo in parte con noi servirà ancora qualche giorno. La sua gestione è totalmente medica.”

“Ha fatto due spezzoni in nazionale,è tornato con valori che non ci piacevano e fino a ieri l’abbiamo tenuto a carico di lavoro molto basso. È tornato però molto sollevato dal punto di vista del morale e ieri e oggi ha fatto allenamenti di buon livello. Dopo tanto tempo sembra che stia tornando anche come qualità, lo vedo più reattivo ed esplosivo. Ma ha avuto una malattia subdola, si rischiava di stare fermi sei o sette mesi. Lui è al terzo e può giocare”.

“A gennaio e giugno del prossimo anno vedremo. Quello che ho fatto per ora non l’avrei fatto per nessuna altra squadra. Avrei abbandonato immediatamente. Qui ho avuto forti remore a farlo. E questa forza non mi sta nemmeno abbandonando nonostante le difficoltà e le bestemmie giornaliere che sono costretto a tirare. Ho sempre la ferma convinzione di far crescere questo gruppo e tirarne fuori sette o otto che possano giocare a buon livello”.

Negli infortuni muscolari possono avere inciso campi e ritiro a Formello?

“La questione ritiro non riguarda la situazione attuale, faccio fatica a pensare che un infortunio di oggi sia legato a qualcosa di tre mesi fa. Abbiamo avuto dei problemi ai campi fino a 10 giorni fa, ora sono pronti campi di buon livello. È stato un problema momentaneo, tra campi non pronti e diventavano difficilmente praticabili, però la difficoltà momentanea succede a tante squadre. È difficile arrivare a conclusioni certe, sono un misto di vecchi acciacchi e qualche infortunio nuovo, mai nelle stesse zone muscolari. Se ci fosse stato un problema di preparazione sarebbero stati infortuni simili”.

Come sta Castellanos?

“Castellanos è ancora palesemente sotto i medici, si parla di un infortunio di minimo 4-5 settimane quindi siamo ancora piuttosto lontani”.

Tavares può cambiare ruolo?

“Le difficoltà di Tavares mi sembra abbiano una storia più lunga, non penso siano tattiche. Non penso sia un giocatore che può giocare in mezzo al campo,la gestione della palla da fermo non è di gran livello. E alto se riceve già lì perde la sua qualità più bella: accelerazione e ingressi partendo da lontano. Deve solo ritrovarsi dal punto di vista della fiducia in se stesso. Poi che ci siano qualità enormi è abbastanza evidente. Deve solo trovare la capacità di tirarle fuori”.

C’è un giocatore che la sta stupendo?

“Con questi ragazzi il percorso è lungo perché abbiamo in squadra tanti ragazzi che giocano per istinto. E la mia capacità di incidere diventa minore nel breve periodo. Con certe caratteristiche mentali il calciatore rischia di andare sotto pressione, io che prediligo un calcio ragionato e di ordine faccio più fatica. Ma non perché non vogliano loro: è questione di caratteristiche mentali. Ma un’evoluzione la vedo nel modo di porsi, nell’applicazione in allenamento. Piano piano sono convinto che qualche giocatore crescerà in maniera forte. Al momento faccio fatica a farli giocare come dico io e infatti anche io mi sto violentando in certe scelte per accompagnarli. Ma con l’applicazione dell’ultimo mese piano piano si va dove dico io. Spero di poter fare tre o quattro nomi a fine anno”.

Potrebbe interessarti

Leave a Comment