Verso il nuovo stadio della Lazio: ultime integrazioni in arrivo, poi la palla passa alla Conferenza dei Servizi
LAZIO – STADIO FLAMINIO – ALESSANDRO ONORATO. Il progetto della Lazio per la riqualificazione dello Stadio Flaminio entra nel vivo. A confermarlo è l’assessore allo Sport, al Turismo e alle Politiche Giovanili del Comune di Roma, Alessandro Onorato, intervenuto ai microfoni di Radio Radio con un aggiornamento dettagliato sullo stato dell’iter.
La società biancoceleste ha presentato la propria manifestazione d’interesse lo scorso 13 dicembre 2024, proponendo un progetto ambizioso da oltre 400 milioni di euro. Ma, come ribadisce l’assessore, “quando si parla di un impianto iper vincolato come il Flaminio, bisogna avere pazienza: serve tempo e rigore”
Documentazione quasi completa
“Gli uffici del Comune si sono mossi rapidamente – spiega Onorato – e hanno richiesto alla Lazio delle integrazioni documentali. Gran parte è già arrivata, mancano solo tre documenti: l’elaborato urbanistico (perché l’aumento di capienza comporta una modifica della cubatura), il piano per la mobilità e quello sull’impatto ambientale. Sono convinto che entro fine agosto saranno completati”
Settembre mese chiave: parte la Conferenza dei Servizi
A quel punto si aprirà una fase cruciale: “A settembre partirà la Conferenza dei Servizi, una riunione tecnica che coinvolge oltre 30 enti: Municipio, cinque dipartimenti comunali, Regione Lazio, Sovrintendenze comunale e statale, ministeri e altri soggetti. Saranno loro a esprimere un parere tecnico: sì, no, oppure sì con prescrizioni. Se il parere sarà positivo, la Giunta potrà dichiarare la pubblica utilità dell’opera, come avvenuto con il progetto della Roma”
I comitati contrari e la questione mobilità
Onorato non nasconde la presenza di comitati contrari all’iniziativa: “Ce ne sono tre, e sarà inevitabile un confronto con la cittadinanza. Ma attenzione: prima in quell’area non c’era nulla, era campagna. E soprattutto, chi critica il piano mobilità per il Flaminio dimentica che anche raggiungere l’Olimpico oggi è un incubo. Il piano dell’epoca fu pensato quando non c’erano nemmeno le auto a scoppio!”
«Serve visione collettiva»
L’assessore lancia infine un monito sulla necessità di abbandonare visioni localistiche e resistenze preconcette: “Ogni volta che si vuole realizzare un’opera pubblica, sembra che si debba avere la bacchetta magica. Invece serve una visione collettiva. Guardiamo fuori dall’Italia: a Barcellona stanno ricostruendo il Camp Nou, hanno già raggiunto 27mila posti e il Barça ci gioca mentre i lavori sono ancora in corso. Immaginate una cosa del genere con l’Olimpico: qui non verrebbe mai autorizzata”.